domenica 1 settembre 2013

Le sale di culto



LE SALE DI CULTO

1. Interpretazioni del luogo
     L’interpretazione della «sala di culto» è molto varia. Per gli uni è una specie di santuario o la «casa del Signore», dove si entra in punta di piedi e si sta attenti a ciò, che si dice o si fa, poiché il «Padron di casa» potrebbe offendersi. Non a caso, alcuni danno nomi liturgici alla propria sala di culto, ad esempio «tempio». Tali credenti dimenticano che a Gerusalemme i cristiani giudaici si radunavano nelle case, oltre ad andare nel tempio, fintantoché rimase in piedi. Altrove i cristiani si radunavano perlopiù solo nelle case, e non c’era alcun divario fra casa e chiesa. Il termine greco ekklesia significa «raduno, assemblea» e intende, quindi, i credenti e non un edificio. Sacralizzare un luogo, è pericoloso, poiché si divide la vita in sacro e profano, mentre l’intera esistenza del credente dev’essere santa. I credenti possono radunarsi dappertutto, e per loro non cambierebbe nulla nel loro culto. Le «sale di culto» sono uno strumento utile e non un fine; perciò, si può essere grati di avercele, poiché aiutano una comunione più ampia fra credenti, cosa che le case non offrirebbero, essendo in genere piccole. 


2. Perché si va agli incontri di chiesa?
     I motivi perché si va al culto sono anch’essi vari. Alcuni vanno per comunione… […]

Sul sito seguono i seguenti punti: 2. Perché si va agli incontri di chiesa?; Per l’approfondimento biblico.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Sale_di-culto_UnV.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati ad esso.

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