SOTTOMISSIONE
E OBBEDIENZA AI CONDUTTORI?
Questo confronto fra Tonino Mele e Martella Nicola è nato
sulla base dell’articolo «Bisogna obbedire ai conduttori?». Avrebbe dovuto trovare spazio nel corrispondente tema di discussione tema di discussione, ma per
la sua specificità, ho preferito metterlo a parte, sia per la sua specificità,
sia per la sua lunghezza.
■ Tonino Mele: Ringrazio il fratello che ha
iniziato questo dibattito col suo interessante e stimolante contributo. Tuttavia,
temo che la relazione tra anziani e membri di chiesa non sia riducibile a
puntualizzazioni e distinzioni bibliche tra ubbidienza e sottomissione del figlio piccolo e del figlio adulto.
Pur condividendo
che gli anziani non devono abusare
del loro ruolo e non signoreggiare, però bisogna ammettere che i credenti non sono tutti uguali, ci sono gli
adulti e ci sono i bambini, i maturi e gli immaturi, i forti e i deboli, gli
ordinati e i disordinati; e una conduzione efficace dovrebbe, partendo dalla
condizione spirituale di ognuno, impartire l’adeguato trattamento.
Inoltre, più che
definire i contorni della relazione anziani - membri del gregge, tipico questo
di una concezione troppo istituzionalizzata di questo ruolo, meglio sarebbe
iscrivere questa relazione nell’ambito
pneumatico, in cui il NT la pone. Non è un caso che gli anziani sono
costituiti tali dallo Spirito Santo (At
20,28); ed è lo Spirito Santo che dà i «doni di governo» (1 Cor 12,28). Così in
un capitolo importante per la vita della chiesa come Efesini 4, dove si parla
sia delle guide della chiesa che del contributo di ogni singola parte, si fonda
sullo sforzo e la responsabilità di ognuno di «conservare l’unità dello Spirito col vincolo della pace» (v.3).
Questo è il cuore della questione: Si è ridotta
questa relazione a un gioco tra le parti, dove pare più importante stabilire le
regole del gioco, anziché collocare questa relazione in quell’ambito, che la
trascende, ma che pure la libera da quelle logiche umane, che la stanno facendo
naufragare.
Distinguere tra sottomissione e
ubbidienza non giova, come non giova
distinguere tra sottomissione e consentimento («mi sottometto, anche se non
condivido le vostre scelte»), perché a lungo andare queste distinzioni portano
a una sottomissione di facciata, priva di quella vera fiducia, che invece dovrebbe esistere tra anziani e membri del
gregge.
L’espressione «unità dello Spirito», che a mio avviso
rispecchia quella tanto usata negli Atti di «pari consentimento», temo che non
lasci spazio a distinzioni come quelle menzionate, ma le inglobi come facce della
stessa medaglia.
Non credo dunque
che una conduzione efficace debba accontentarsi di una sottomissione senza ubbidienza o senza consentimento, ma debba
mirare a questa unità dello Spirito, e rappresentarla con coraggio dinanzi ai
più riottosi. {21-02-2014}
▬ Nicola Martella: Nelle
chiese ci sono certamente conduttori costituiti
tali dallo Spirito Santo (At 20,28) e, se è così, quando vengono
riconosciuti, posseggono i requisiti
prescritti (1 Tm 3; Tt 1). Tuttavia, ho potuto fare l’esperienza personale sul
campo in molti decenni nelle chiese, oltre a quella fatta con la cura pastorale
e con il confronto diretto e col carteggio con conduttori e membri di comunità.
Tutto ciò m’insegna che le cose non
stanno così idillicamente, poiché ci sono conduttori insediati, nonostante
che lo Spirito Santo non li abbia costituiti (i frutti mostrano l’albero) e
nonostante che non abbiano i prerequisiti per ambire a tale ministero. Abbiamo
già parlato altrove di tali «anziani di
paglia», che biblicizzano la loro carne, signoreggiano le chiese, portano
scompiglio nella conduzione e così via.
Il modello di
conduttore ce lo presenta Dio stesso,
in contrasto con le pessime guide d’Israele, che signoreggiavano sulle anime e
scorticavano i miseri (cfr. Ez 34,6-11), quando Egli mostra la sua cura per i
più deboli: «Come un pastore, egli
pascerà il suo gregge; raccoglierà gli agnelli in braccio, se li porterà sul
petto, e condurrà pian piano le pecore che allattano» (Is 40,11; cfr. Sal
23). A tale immagine s’ispirò poi Pietro (cfr. 1 Pt 5,1ss). E ancora: «Io stesso pascerò le mie pecore, e io stesso le farò riposare, dice il
Signore, l’Eterno. Io cercherò la perduta, ricondurrò la smarrita, fascerò la
ferita, fortificherò la malata... io le pascerò con giustizia» (Ez 34,15s;
cfr. vv. 12ss; cfr. vv. 23s il nuovo Davide).
Nel nuovo patto,
il rapporto di fiducia fra il «buon Pastore» Gesù e le sue pecore fu descritto così: «Le mie pecore ascoltano la mia voce, e io le conosco, ed esse mi
seguono» (Gv 10,27). Quindi, qui ci sono la cura del pastore e il rapporto
di fiducia fra Lui e le sue pecore. Per questo Gesù disse a Pietro: «Pasci le mie pecore» (Gv
21,17); le pecore sono del Signore e il servitore deve pascerle (= portarle al
pascolo), non dominarle. Anche Pietro stesso raccomandò ai conduttori: «Pascete il gregge di Dio, che è
fra voi» (1 Pt 5,2); esso è di Dio e non ci dev’essere spazio per
signoreggiare, anche perché l’Arci-Pastore
rimane Cristo, ed è a Lui che bisogna rendere conto (v. 4).
A ciò si aggiunga
che l’analisi esegetica dei brani
del NT, che parlano del rapporto fra conduttori e membri, non è un’attività
inutile e infruttuosa, altrimenti apriremmo porte e finestre all’arbitrio e al
soggettivismo d’ognuno. Proprio coloro, che si appellano allo Spirito Santo e
all’aspetto pneumatico, possono
porsi dinanzi all’assemblea come intoccabili «unti dell’Eterno».
Sul sito seguono altre
tre tornate di questo confronto
[CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Sottom_obbed_Avv.htm]
Solo dopo aver letto l’intero
scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle
questioni in esso contenute?
ATTENZIONE: Quanto scritto sulle
bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può
diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito
«Fede controcorrente» e su altri associati a esso.
*** Discuti questo tema
qui o sulla mia pagina di "Facebook": https://www.facebook.com/notes/puntoacroce/sottomissione-e-obbedienza-ai-conduttori/10152335383102990
Nessun commento:
Posta un commento