GHEHAZI
COLPITO DA MORBO CUTANEO
Tempo fa, in un
gruppo, a cui sono stato iscritto, ho trovato le seguenti e interessanti questioni sulla storia di Eliseo e
Ghehazi: La storia di Eliseo è in ordine cronologico? Infatti, al servo di
Eliseo è stata passata la lebbra di Naaman, ed era bianco come neve, quindi la
malattia era a uno stato avanzato (2 Re 5,27). Nel frattempo ci sono stati
altri eventi e 7 anni di carestia (2 Re 8). Almeno 7 anni dopo, ma saranno stati
di più, troviamo Gehazi al cospetto del re a parlare delle gesta di Eliseo. Si
tratta di omonimia? Perché difficilmente avrebbe potuto sopravvivere 7 anni e,
comunque, non si sarebbe potuto presentare a un re in quelle condizioni. O
sbaglio? {A.M.; 22-04-2011}
Ad aspetti
rilevanti di tali questioni rispondo come segue: Per
prima cosa bisogna osservare che non si trattata della lebbra moderna, ma di
certe malattie cutanee, che attaccavano anche stoffe e pelli. Nella mia
traduzione letterale del Levitico
ho riprodotto il termine ebraico correttamente
con «morbo». Alcune di queste malattie come la rogna e la tigna a quel tempo
non erano curabili (Dt 28,27). Anche riguardo a quella che per convenzione
viene tradotta come «lebbra», è scritto letteralmente: «…è tigna, è
“morbo” del capo o della barba» (Lv 13,30; cfr. vv. 31-37). Ora, come viene
spiegato, la tigna è solo una di tali malattie cutanee contagiose (Lv 14,54).
Secondo la legge mosaica,
quando tale morbo cutaneo copriva tutto il corpo di una persona,
cosicché appariva completamente bianca, la malattia s’era cronicizzata e la
persona era praticamente guarita e non più infettiva! Cito dalla mia
traduzione: «E se il “morbo”
erompe impetuosamente e il “morbo” copre tutta la pelle di chi ha la piaga, dal
suo capo ai suoi piedi, dovunque gli occhi del sacerdote guardino, e [quando]
il sacerdote [lo] esaminerà, ed ecco, il “morbo” copre tutto il corpo,
dichiarerà come puro [chi ha] la piaga: essendo diventata tutta bianca, è pura» (Lv
13,12s). Non essere più contagiosi per gli altri non significava, però, per
forza che l’agente patogeno fosse sparito dal corpo della persona, ma che le
sue difese immunitarie lo tenevano sotto controllo (cfr. l’herpes). […]
Sul
sito segue il resto dell’articolo.
[CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Ghehazi_morbo_R34.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel
merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
~~> Discuti
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