IDOLATRIA QUALE CONTAMINAZIONE
(Studia
⇆ con me 16-09-2015)
«Amati miei, fuggite
via dall’idolatria» (1 Corinzi 10,14).
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Questa ingiunzione
è simmetrica ad altri simili comandi (cfr. Zc 2,6; 1 Tm 6,11; 2 Tm 2,22). In
particolare essa è speculare a questa ingiunzione, usata da Paolo nella stessa
epistola: «Fuggite la fornicazione» (1 Cor 6,18). Anche l’idolatria era considerata una fornicazione, una
prostituzione, una contaminazione e un adulterio in campo spirituale (Gdc 8,33;
Gr 3,9; Ez 6,9; 16,17ss.36; 20,7.18.30s; 22,3s; 23,7.37.30; 36,18; 37,23).
Perciò, riguardo alla «madre delle prostitute e degli abomini» (Ap 17,5) si legge similmente: «Fuggite di mezzo a Babilonia» (Gr 50,8), per porsi in
salvo e non dividere con lei lo stesso giudizio (Gr 51,6).
Per la Bibbia l’idolatria di qualunque
genere è associata all’adorazione di
demoni (Sal 106,36ss; 1 Cor 10,20s; Ap 9,20). Gli antichi dèi, patroni e
protettori erano, in realtà, demoni; si veda come da «Ba`al-Zebûb» (2 Re 1,2) sia derivato «Beelzebub, principe dei demòni», uno dei nomi di Satana (Mt
12,24.27; 10,25; Lc 11,15.18s; il «Ba`al» cananeo corrisponde al «Bel»
mesopotamico, Is 46,1; Gr 50,2; 51,44). Gli antichi dèi, ossia i demoni, amano riciclarsi nei nuovi patroni e
protettori, secondo le attese degli uomini religiosi, addirittura cristianizzandosi!
Poiché un «idolo è nulla» di per sé (1 Cor 8,4), la carne ad esso sacrificata non è nulla di particolare (1 Cor
10,19); tali riti, però, rimangono una fonte di contaminazione spirituale. Infatti, «ciò che [i pagani] sacrificano, lo sacrificano
ai demoni e non a Dio» (v. 20).
Perciò, partecipare ai culti pagani, significava bere
il calice dei demoni e partecipare
alla loro mensa, cosa che stava in
contrasto con il calice del Signore e la sua mensa (v. 21). Ciò vale anche per
ogni forma di paganesimo e di idolatria cristianizzati; gli antichi Baali (ebr.
Be`ālîm) «padroni», si sono trasformati in nuovi «patroni» cristianizzati!.
Non vi è alcuna compatibilità fra Cristo e Beliar (= ebr. belîjà`al «cattivo, malvagio,
scellerato» quale nome di Satana; cfr. «il maligno» in Mt 13,19.38), come pure
non c’è fra i credenti quale tempio del Dio vivente e
gli idoli (2 Cor 6,15s). Per essere accolti da Dio, bisogna uscire da tale impuro sistema di cose
(vv. 16ss).
Salta all’occhio che un’epistola come 1
Giovanni, ritenuta così spirituale,
termini con la seguente ingiunzione: «Figlioletti,
guardatevi dagli idoli» (5,21);
ciò era dovuto al fatto che essi sono un vero pericolo per le giovani anime e
per i neofiti.
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